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Progetto Kavkas

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Intervento di cooperazione internazionale per favorire prospettive di convivenza pacifica nel nord Caucaso

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Autore: Daniele Grossi

15/12/19 Carmagnola(TO): Giulio Regeni e Vladik: due storie di verità occultate

15 Novembre 2018 Daniele GrossiLeave a comment

Evento: “Giulio Regeni e Vladik: due storie di verità occultate”

Un incontro promosso dall’Organizzazione di Volontariato Mondo in Cammino Onlus (MIC) da anni impegnata in progetti che, oltre ad unire solidarietà e giustizia, sono volti alla ricerca della verità e al sostegno dei diritti umani il più delle volte sottesi. Due anni fa, MIC ha avuto l’onore di collaborare con l’avvocato Alessandra Ballerini durante un evento dedicato a Andy Rocchelli, il giovane fotoreporter italiano ucciso nel Donbass nel 2014. Alessandra Ballerini, oltre a seguire diverse cause nell’ambito dei diritti civili e umani, è avvocato della famiglia Regeni e il suo interessamento ha offerto la grande opportunità e privilegio di avere come ospiti a Carmagnola, il 15 dicembre prossimo, Paola e Claudio, genitori di Giulio. E’ doveroso parlare di Giulio non solo fin quando si conoscerà la verità, ma anche oltre, perché i diritti umani che valgono per uno valgono per tutti e viceversa e la battaglia per la verità è un diritto/dovere di ognuno di noi. A moderare la parte dedicata a Giulio, Gianna Schelotto, saggista, giornalista scrittrice nonché firma autorevole e collaboratrice di diversi quotidiani e riviste.

Assieme alla storia di Giulio si avrà anche la possibilità di parlare della storia di Vladik, un bambino di 3 anni proveniente dalla provincia ucraina di Ivankiv in cui MIC realizza da anni alcuni suoi progetti. Ivankiv confina con Chernobyl ed è attualmente ancora molto contaminata dal fallout dell’incidente nucleare. Vladik a causa della minimizzazione delle conseguenze e di scelte amministrative locali che hanno dirottato risorse statali verso il conflitto del Donbass, stava aspettando da tempo cure che non arrivavano. Grazie ad una grande gara di raccolta fondi, promossa da MIC, Vladik è stato operato ed ora sta affrontando il faticoso percorso della riabilitazione. Vladik, assieme alla mamma, e al presidente di MIC Massimo Bonfatti, offrirà l’occasione di parlare di parte delle bugie occultate da Chernobyl e dal nucleare.

All’evento hanno dato, al momento, la propria adesione: Libera Carmagnola, ARCI Margot, Associazione IdealMentre, Gruppo di Lettura di Carmagnola, Associazione “Il Disegno di Lorenzo”.

Gradita la prenotazione:
info@mondoincammino.org
Cellulare:
366 2089847
Web:
http://www.mondoincammino.org
http://www.progettohumus.it
https://www.progettokavkas.it

CLICCA QUI E SCARICA LA LOCANDINA IN FORMATO PDF: Locandina

Welc(h)ome Camp 2018: PROVIAMO A FARE PACE

13 Agosto 201813 Agosto 2018 Daniele GrossiLeave a comment

Ha inizio Welc(h)ome Camp 2018
Di seguito il comunicato del Presidente di Mondo in cammino divulgato il 12 agosto 2018

PROVIAMO A FARE PACE

Tredici anni fa in una Grozny distrutta dai due precedenti conflitti, mentre osservavo dall’immenso spazio vuoto della piazza principale, le macerie disseminate tutte attorno, ho incontrato questo anziano signore ceceno e – come in un film muto – ci siamo guardati e abbracciati: io consapevole che nei suoi occhi erano riflessi e fissati tutto gli orrori, i massacri e le morti delle guerre che avevano segnato i suoi lunghi anni; lui speranzoso che la presenza di questo straniero potesse essere un piccolo segnale di pace per il futuro del suo paese.

Domani – dopo anni di viaggi, di errori, di ansie, di incontri, di kalashnikov puntati alla testa, di amici ammazzati, torturati, spariti o in esilio, di stragi percorse, di bambini accolti e di progetti ostinatamente portati avanti per non abbandonare quelle zone conflittuali – potrò tenere fede alle speranze di pace immaginate da quell’anziano ceceno.

Stella Brancato, psicologa e Matteo (Teo) Benussi, antropologo ed entrambi soci di Mondo in cammino, partiranno alla volta del Caucaso per dare l’avvio al progetto “Welc(h)ome camp” che comincerà operativamente il 16 agosto, terminando il 24, a Dombaj sulle montagne della regione caucasica della Karachaevo Cherkassia.

12 ragazzi provenienti dalle repubbliche della Cecenia, Inguscezia e Ossezia del Nord si troveranno per conoscersi e cominciare a “provare” a superare i reciproci pregiudizi, per “provare” a guardare il futuro cercando di lasciarsi alle spalle gli stereotipi ancora potenti di una pacificazione che continua ad essere umiliata delle recenti guerre, da un passato pesante che allunga ombre vendicative sul presente; una riconciliazione che tarda a consolidarsi. Etnie diverse, cristiani e musulmani assieme per provare a creare forti segnali per loro stessi ed inviare a noi messaggi per quel futuro che ci circonda sempre più segnato da realtà multietniche e multireligiose.

Non so prevedere il risultato finale e potrebbe anche non essere quello sperato. Ma riunire questi ragazzi è stato difficile: mesi e mesi di ricerca, di rifiuti, di perseveranza che sembrava sfidare l’impossibile e l’immobilismo istituzionale, se non addirittura forti pressione e ricatti politici sui candidati. Ma quella perseveranza, che è rimasta in vita nonostante tutto, è riuscita anche a trovare uomini e donne di “buona volontà”. Dallo sola presenza di  12 ragazzi in carne e ossa, che sembrano migliaia per lo sforzo fatto a “trovarli”, può avere inizio un progetto che dà a loro stessi il benvenuto invitandoli “a casa” in uno spazio comune: un Welc”h”ome Camp che    tende ad unire per disunire le barriere cultuali

La partenza di Stella e Teo, con una situazione che 10 giorni fa sembrava non potersi comporre a dispetto dei mesi e degli sforzi investiti, è già un successo.

La pace non si inventa, si costruisce passo dopo passo, mattone dopo mattone per dare vita a piccoli universi di accoglienza e non a muri di divisione.

La partenza di Stella e Teo è veramente un primo passo perché – in ogni caso e a dispetto degli orientamenti politici – per costruire il futuro bisogna in qualche modo incamminarsi guidati dalla stella polare di un’utopia che riconosce, proprio nei cammini che si percorrono, la propria concretezza.

Tutto il mio cuore e i miei passi, questa volta purtroppo “virtuali”, sono con loro.

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